mercoledì 18 febbraio 2009

Morte della Giustizia.


di Salvatore Borsellino

Mi è arrivata in questo momento una notizia alla quale la mia mente si rifiuta di credere. Sono ormai abituato nei 17 anni che sono passati dall'assassinio di Paolo a continuare a vederlo ripetutamente massacrato da tutte le volte che è stata negata la giustizia per quella strage. Da tutte le volte che delle indagini sono state bloccate, che dei processi sono stati archiviati nel momenmto in cui arrivavano ad essere indagatii i veri autori di quella strage, i veri assassini di Paolo e dei ragazzi della sua scorta. I veri assassini : quelli che hanno procurato l'esplosivo di tipo miltiare necessario per l'attentato, quelli che dal castello Utveggio hanno premuto il pulsante del telecomando che ha provocato l'esplosione, quelli che in una barca al largo del golofo di Palermo attendevano la comunicazione dell'esito dell'attentato, quelli che si sono precipitati sul luogo dove le macchine continuavano a bruciare, calpestando i pezzi di quei cadaveri e camminando nelle pozzanghere formate dal sangue di quei ragazzi per potere prelevare l'agenda rossa di Paolo e insieme ad esse le prove della scellerata trattativa tra mafia e Stato. Quella trattativa per portare avanti la quale Paolo doveva essere eliminato, ed eliminato in fretta. Credevo di essere ormai abituato a tutto di riuscire a resistere a qualsiasi disillusione, a qualsiiasi venire meno della speranza di ottenere Giustizia, ma questa volta il colpo è troppo forte, questa volta non so se riuscirò a reggerlo.Il ricorso presentato in Cassazione dalla Procura di Caltanissetta, retta da Sergli Lari, a fronte della sentenza di assoluzione emanata dal GUP nei cofronti del Cap.Arcangioli era inoppugnabile. Quella sentenza grida vendetta sia per quanto riguarda la forma giuridica che la sostanza. Basta guardare, nelle fotografie e nei video, il Cap. Arcangioli. Si vede un uomo che si allontana dalla macchina con il suo bottino tra le mani per consegnarlo a chi gli ha ordinato di sottrare quella preziosa testimonianza autografa dello stesso Paolo suoi motivi del suo assassinio. Basta questo per capire che non possono essere in alcun modo accettae le motivazioni addotte dallo stesso Arcangioli per giustificare le innumerevoli e discordanti versioni date per giustificare le sue presunte amnesie sulle persone alle quali quella borsa era stata consegnata. Per riapparire poi, due ore dopo la sua scomparsa, sul sedile posteriore della macchina blindata di Paolo ma vuota del suo prezioso contenuto. Quell'uomo che si allontana dalla macchina a passo spedito, guiardandosi intorno con espressione sicura per verificare se quqlcuno lo sta osservando non è un uomo sconvolto, è un uomo sicuro di se e a cui non importa se è fatto di sangue e di pezzi di carne il terreno su ciui cammina. E' un uomo che sta compiendo una azione di guerra e deve portarla a termine. E se così non fosse, se il Cap. Arcangioli fosse innocente e non fosse lui ad avere sottratto quella agenda gli dovrebbe allora essere data la possibilità di difendersi in un pubblico dibattimento, di difendersi davani all'opinone pubblica da un'accusa così infamante con la stessa visibilità che è stata data ai processii dei coniugi di Erba, di Meredith, della Franzoni o alla pretesa agonia mediatica di un povero corp morto ormai da 17 anni come quello di Eluana. Ma la Giustizia in Italia è ormai marcia. Sono stati eliminati senza bisogno di tritolo quei giudici che hanno usato avvicinarsi ai fili scoperti della corruzione del sistema di potere. Sonoi stati intimoriti gli altri magistrati con gli esempi di provvedimenti disciplinari inauditi e di espulsioni dalla Magistratura. Provvedimenti ed espulsioni decretati per giudici che cercavano soltanto di ottemperare al giuramento prestato allo Stato al momento di intreprendere il loro servizio allo Stato. Quello Stato in cui avevano creduto e per servire il quale Paolo è stato ucciso.Si è ormai arrivati alla fase finale. Per legge si proclama che il nero è bianco e che la realtà non è quella che vediamo. è quella che DOBBIAMO vedere.LA GIUSTIZIA E' MORTA.

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